Los Angeles tra gli anni ’30 e ’50: luogo di trasformazioni e multiculturalismo avviatosi nell’arco di un ventennio. A lungo il passaggio tra una percezione di questa città come avamposto occidentale della cultura jankee e l’approdo ad un luogo multirazziale e dinamico è stato poco diffuso.
La dissertazione di dottorato di Matthew Edwin Elliott permette di conoscere Los Angeles attraverso gli occhi di alcuni scrittori che hanno partecipato al suo processo di innovazione culturale: Chester Himes, Hisaye Yamamoto, e John Fante che vivono e raccontano la dimensione di marginalità di chi guarda attraverso i processi e la società perché da questa è escluso.
In parallelo la discussione sul romanzo storico di Walter Mosley, James Ellroy, e John Gregory Dunne permette all’autore di collezionare fotogrammi di una città passata secondo una prospettiva differente.

Il fine è narrare la “secret history” di Los Angeles legata alle complesse dinamiche di identità avvertite in un periodo cruciale della sua storia. Strumento di tale narrazione è la scelta di brani, di voci, di luoghi della memoria – per così dire – che potessero costruire un’immagine perduta.

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