Paul Benjamin Auster nasce a Newark nel New Jersey, Stati Uniti, il 3 febbraio 1947 da famiglia agiata di origini polacche¹.
Il suo primo approccio con la letteratura avviene presto, all’età di dieci anni, quando acquista il suo primo libro, una raccolta di racconti e di poesie di Edgar Allan Poe. Auster dichiara che lo scrittore ebbe su di lui una grandissima influenza.
Negli anni seguenti si nutre di tutto ciò che il panorama letterario americano potesse offrire in quegli anni: Hemingway, Salinger, Faulkner, Fitzgerald, Dos Passos. tutti nomi che hanno avuto un peso decisivo nello sviluppo della scrittura di Auster tanto da fargli vedere Hemingway è come autore fondamentale perché "è colui che insegna lo stile". Ma agli americani, con il tempo, se ne aggiungono altri, che arrivano da fuori, dalla cultura europea in cui Auster ha le proprie radici. A sedici anni comincia a rivolgersi agli scrittori russi e poi ai francesi, in special modo Gide e Camus seguiti da Beckett, Kafka, Mann e molti autori tedeschi. Nello stesso periodo, per una particolare casualità, Auster entra per la prima volta in contatto anche con la letteratura italiana. Uno zio acquisito, infatti, aveva tradotto Ungaretti in inglese e il giovane Auster era riuscito ad entrare in possesso di una copia del libro. Lo scrittore l’ha definito “un poeta che ebbe su di me un impatto enorme. Fu il primo poeta moderno che mi parlò”.
Nel frattempo Auster porta a termine i propri studi ma comincia a mostrarsi insofferente verso tutto ciò che è formale e convenzionale: decide di non partecipare alla consegna del diploma perché contrario a quel genere di cerimoniali. Si imbarca invece su una nave per l’Europa, che lo porta per la prima volta in Francia, dove trascorre l’estate. Fu “un viaggio folle di nove giorni” sulla nave soprannominata “degli studenti” e sulla quale Auster stringe alcune delle amicizie più importanti della propria vita, come quella con il pittore David Reed.
All’età di diciannove-vent’anni, Auster compie i suoi primi tentativi di scrivere romanzi, ma si rivelano tutti fallimentari: non riesce a trovare un modo soddisfacente per esprimere se stesso. Decide allora di cimentarsi con la poesia. Ciononostante, in quel periodo inizia due romanzi che molto più tardi avrebbe ripreso e pubblicato: Nel Paese delle ultime cose (1987) e Moon Palace (1989).
Fino ai trent’anni circa Auster si dedica solamente alla poesia, alla critica e alle traduzioni. Nel frattempo studia Letteratura alla Columbia University e, dopo essersi laureato, si imbarca nuovamente per l’Europa, su una petroliera dove lavora come mozzo. Questa volta la permanenza in Francia dura decisamente di più: egli vive a Parigi per alcuni anni mantenendosi attraverso lavori saltuari e traduzioni di autori, tra i quali Jean Paul Sartre, Stéphan Mallarmé, Georges Simenon.
Rientrato negli Stati Uniti, comincia a pubblicare racconti, poesie e recensioni su giornali e riviste. Esordisce nel 1974 con la raccolta di versi Unearth, seguita da Wall Writing (1976). Il 1977 è, invece, un anno nero, il suo matrimonio (con la scrittrice Lydia Devis) entra in crisi e Auster non riesce a scrivere più nulla, è insoddisfatto, tutto ciò che inizia gli pare una ripetizione di un lavoro precedente e viene accantonato. Nel 1978 un episodio apparentemente banale lo risveglia da questo blocco: si trova ad assistere alle prove di un balletto. Quando la coreografa cerca di spiegargli ciò che stanno facendo i danzatori sul palco, trova le sue parole totalmente inadeguate ad esprimere le emozioni che quella danza gli aveva suscitato. In quell’istante Auster percepisce chiaramente il divario tra parola e mondo e questa nuova consapevolezza gli dà l’ispirazione per scrivere nuovamente.
Il mattino dopo una telefonata gli comunica la morte improvvisa del padre, con il quale aveva sempre avuto un rapporto molto problematico, ormai destinato a rimanere irrisolto. L’avvenimento gli causa un grandissimo shock e, allo stesso tempo, provoca una svolta nella sua vita di scrittore. Una o due settimane dopo, infatti, Auster inizia a scrivere del padre, questa volta in prosa: ne nasce il suo primo romanzo, L’invenzione della solitudine (1982). Dopo l’esordio da romanziere Auster non si è più fermato, ha messo da parte la poesia e ha dato vita a decine di libri, basti ricordare Trilogia di New York (1987), che l’ha consacrato definitivamente come grande della Letteratura Americana, Il Taccuino rosso (1991), Mr Vertigo (1994), o Man in the Dark (2008). Fino ad arrivare al più recente, Invisibile ( 2009).
Parallelamente alla passione per la letteratura Auster coltiva anche quella per il cinema, scrivendo soggetti e sceneggiature; in particolare ha collaborato più volte con il regista Wayne Wang: il loro Smoke ha ricevuto l’Orso d’Argento al Festival di Berlino del 1995. Ha inoltre diretto due film: Lulu on the Bridge (1998) e di The Inner Life of Martin Frost (2007).



¹ La maggior parte delle informazioni e delle citazioni utilizzate per questa breve biografia di Paul Auster, sono state tratte da questo sito internet