Letteratura e vita nazionale di Antonio Gramsci raccoglie le note dell’autore redatte durante il lungo periodo trascorso in carcere (ricordiamo che nel 1928 fu condannato a vent’anni di detenzione per motivi ideologici) e ha ricevuto un’interpretazione controversa da parte della critica letteraria.
Alcuni hanno ritenuto le note letterarie contenute nel volume base di una nuova estetica marxista in contrapposizione ai sostenitori di una visione non troppo lontana da quella crociana e a quelli che hanno ravvistao nelle parole di Gramsci il tentativo di sotenere una letteratura di impronta populista.
L’articolo di Jorgen Stender Clausen è un importante contributo per comprendere l’invito gramsciano ad una letteratura nazional popolare, invito ai letterati intesi come intermediari delle esigenze di una classe subalterna della società che ad essa necessitano di allearsi per creare le condizioni necessarie per una “rivoluzione” anche culturale delle masse.
Un’analisi lontana nel tempo ma quanto mai attuale in un contesto come quello odierno dove i mass-media hanno convertito in toto il concetto alla base dell’analisi politico letteraria gramsciana perpetuandone il suo stesso declino.

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