Nella tradizione del Grand Tour europeo ovvero il momento tra metà Settecento e metà Ottocento in cui si diffuse tra i giovani nobili e i maggiori intellettuali del tempo la pratica di visitare per studio e diletto le più importanti capitali europee, si colloca anche la figura di Vittorio Alfieri.
Viaggiatore atipico che deciderà di convogliare nell’opera la Vita più che i suoi ricordi di viaggio il racconto di sé stesso in relazione al viaggio o per usare le parole di Simona Costa “il viaggio costituisce solo un momento, e ben enucleato in strutturazione a sé stante, di un vissuto assai più vasto, cui resta aliena la filza di peripezie propria dell‟avventuriero settecentesco”.