Non c'è dubbio che Napoleone (la serie consta di 54 albi ed è stata edita da Sergio Bonelli Editore, dal 1997 al 2006 con cadenza bimestrale) rappresenti uno dei migliori prodotti del fumetto italiano; creato da Carlo Ambrosini – già innovativo creatore dell'italianissimo Nico Macchia – e inizialmente pensato come mini-serie di otto albi, ha invece conquistato un buon pubblico di nicchia. Alla fine saranno cinquantaquattro le storie di Napoleone, l'albergatore-entomologo di Ginevra con la passione per la letteratura noir e con le fattezze di un giovane e affascinante Marlon Brando. Ma la prima “anomalia” che si registra alla lettura è una citazione da Elevation di Charles Baudelaire che si ripete puntualmente in ogni numero:

Al di là degli stagni, delle valli e dei monti,
al di là dei boschi, delle nuvole e dei mari,
al di là del sole, al di là dell'aria,
al di là dei confini delle stellate sfere […]

La dimensione del fumetto è subito “sconvolta”, proiettata nell'ambito poetico; Napoleone mostra la sua faccia metafisica rappresentando quell'ideale utopico che il poeta francese canta ne I fiori del male unitamente al senso angoscioso dello spleen. Entrambi i sentimenti serpeggiano tra le pagine del fumetto, nelle gesta del malinconico personaggio e delle sue tre proiezioni psichiche, i grotteschi eppure straordinariamente umani, Lucrezia, Caliendo e Scintillone. Ognuno di essi rappresenta infatti un lato della personalità di Napoleone e allo stesso tempo mostrano quell'“aldilà” metafisico talmente, e ridicolmente, burocratizzato da sembrare nient'altro che il nostro mondo.
In questo senso appare evidente la suggestione kafkiana – frequenti sono le tavole in cui viene rappresentato un surreale processo – tanto da far sembrare il fumetto stesso una trasposizione di china del pensiero del grande scrittore ceco. Se ne mostrano tutti i tratti salienti: lo scoglio insormontabile e surreale della burocrazia; il tema nostalgico di un viaggio risolutore (nel caso di Napoleone si tratta della natia Africa); la ricerca introspettiva e fatalmente infinita che possiamo ritrovare ne Il castello, ma anche una sorta di metamorfosi intellettuale che accompagna il protagonista dal primo numero fino a quella sorta di doppio finale che conclude la serie. La prima, quella rappresentata nell’albo Crash! che appare come il congedo vero e proprio del personaggio al fumetto e a tutti i suoi protagonisti, compresi i fedeli lettori; la seconda, inerente all’ultima uscitaAl di là delle stelle, si proietta invece in una dimensione un po’ troppo apocalittica e incentrata quasi interamente sullo scontro atavico tra bene e male, tra Napoleone e lo storico nemico, il Cardinale. Proprio quest’ultimo albo è forse l’anello debole di una serie altrimenti molto ben strutturata, forse più utile come preludio al futuro Dix, il fumetto che ne prenderà il posto.
Nel complesso si tratta comunque di una serie estremamente originale, che lega i mondi del noir, della psicologia e, appunto, della letteratura con raffinatezza e audacia espressiva; audacia che possiamo ritrovare anche nei disegni, soprattutto in quelli di Paolo Bacilieri, autore dal tratto disincantato e grottesco, in grado di collocare il fumetto fuori da ogni schema prefissato, proprio come il fumetto si è sempre prefigurato.
Intelligente, al di là delle scarse vendite certo dovute al target piuttosto raffinato, è l'idea di chiudere comunque il fumetto senza trascinarlo in una vita lunga e insignificante come succede per quasi tutti i comics.
Napoleone resta un episodio felice del fumetto italiano, sicuramente in grado di sviluppare anche idee e ricerche interessanti, a partire dall'insolito rapporto tra Baudelaire e Kafka prefigurato nel titolo e “serpeggiante” per tutta la serie; rapporto quindi tra poesia e romanzo che sfocia, in questo intrigante caso, in un bel fumetto italiano.