L'opera goldoniana, che ha visto mutare la concezione del teatro durante il '700, è il frutto di una lenta e progressiva maturazione teorica da parte dell'autore in parallelo alle contemporanee istanze europee. Da Molière al Muratori e a Voltaire, Goldoni nutre i propri scritti di ampi riferimenti letterari e classici oltre a operare una puntuale ricerca stilistica: le opere che scrive sono destinate non solo alla scena ma anche alla pubblicazione tanto che l’autore arriva più volte a ipotizzare, come con precisione sottolinea Antonia Lezza nel suo paper Goldoni, un classico tra identità nazionale e nuovi linguaggi, la creazione di un dizionario come ausilio alla comprensione dei moti dialettali delle sue commedie.
Un dedalo di correzioni e rifacimenti la produzione goldoniana, propria di uno scrittore a tutto tondo che indaga sulla lingua e cerca soluzioni che rendano la parola scritta icastica quanto l’interpretazione di bravi attori. Un’attenzione minuziosa interessante per lo studio moderno tanto da rendere necessaria una versione digitale de La famiglia dell’antiquario a cura di Luca Toschi al fine di permettere un’analisi parallela delle varianti d’autore operata nelle tre versioni del testo secondo le più moderne produzioni di filologia digitale.