Lorenzo Berti nella sua tesi decide di concentrarsi sul pensiero politico alfierano inteso come evoluzione di una teorizzazione che di estende dalle tragedie per toccare non solo i trattati ma anche le sue pagine poetiche.

“dire che tutto il corpus alfieriano sia strettamente intrecciato e interdipendente, e che i concetti espressi ad esempio nella Tirannide, in forma di trattato politico, siano come ripresi, svolti e/o rielaborati in forme diverse negli altri lavori, pièces teatrali e altro. Né il percorso si esaurisce in questa direzione, ché la Tirannide, e con essa il resto della theorica alfieriana, subisce il procedimento inverso, e allora ben potrebbe dirsi anche il contrario, cosicché, nel caso specifico, lo scritto in prosa sarebbe una codificazione di precetti e regole già espressi nel Filippo, oppure nel Polinice. Insomma, le idee espresse nei trattati si riverberano come luce nelle altre opere, le informano di sé e ne sono a loro volta percorse; infine, una trasparente circolarità d’intenzioni fa sì che si possa vedere queste come una verifica all’atto pratico di quelle”.