Un diario ritrovato, quasi fosse un romanzo d’avventura. Un romanzo autobiografico che mescola pubblico e privato sullo sfondo di cruciali vicende europee.

Ambientata tra i due conflitti mondiali Eredità. Una storia della mia famiglia tra l’Impero e il fascismo rappresenta uno stimolo per chi vuol confrontarsi con una grande cultura celebrata e custodita per secoli, quella sudtirolese. L’autrice racconta la storia della sua famiglia Tiefenthaler-Rizzolli, grazie al ritrovamento del diario della bisnonna, Rosa. Tutto ha inizio da quel novembre del 1918 che avrebbe cambiato la sua vita e quella della sua comunità per sempre. In quell’anno, infatti, fu redatto il Trattato di pace che stabiliva la fine dell’Impero Austroungarico e sanciva il passaggio del Sudtirolo all’Italia.
Il libro mescola storie parallele grazie alle lettere e ai ricordi tramandate dalla famiglia dell’autrice – Lilli Gruber – e da Rosa donna del passato che vive “i giorni turbolenti della guerra”. Una narrazione limpida e molto accurata nella ricostruzione storico-dinastica, ma anche nella descrizione delle varie personalità che s’intrecciano lungo il percorso della storia. Anche il connubio di documento e finzione, nelle pagine dove riesce meglio, rende vitale e convincente il racconto, destando il fascino della verità.
Emerge la forza con cui è celebrata ancora oggi la cultura altoatesina, più tedesca che italiana. Una vicenda personale e altrettanto collettiva che pone l’accento sull’importanza dei legami affettivi e soprattutto delle proprie radici. Ecco l’aspetto più interessante del libro: generazioni che ereditano dai loro avi, innanzitutto, l’amore per la terra natia.
Un’identità protetta visceralmente da quel “giorno” in cui ebbero la sensazione che gli italiani stessero per defraudargliela, un’identità serbata, di un paese che ancora oggi si presenta splendido ma spezzato. Questo sentimento sopravvive nei pensieri dei più anziani e ciò fa sì che oggi, più di ieri, si nutra quel bisogno di continuare a coltivare le proprie tradizioni storiche, unito, però, al bisogno di appartenere ad un territorio più ampio: l’Europa.

Eredità lascia anche un sapore amaro: una vicenda di frontiera che ha tormentato tante persone come Rosa legate alla terra di confine, eppure, ancora oggi, nota a pochi.

Un libro allettante per chi fosse curioso di sapere cosa nasconde quell’Alto Adige-Südtirol aldilà dei mercatini di Natale e della frescura della montagna, raccontata in maniera romanzata. Pagine romanzate che percorrono la storia senza però approfondirla troppo, nate come sono dalla neccessità - come afferma l’autrice di recuperare “un’eredità familiare e culturale che mi appartiene”.



di Lucia Geremia