[...] la risposta dello storico Denis Mack Smith quando, allo scoccare del Giubileo d'oro della Regina, gli chiesi: come è possibile che un Paese evoluto e scettico come l'Inghilterra si tenga ancora la monarchia all'alba del terzo millennio? "Perché siamo isolani e ci piace fare le cose a modo nostro" replicò lui.

In un reportage che ha il gusto e la caustica ironia sottile di un giornalista del suo calibro, Antonio Caprarica ha seguito per noi i rampolli dell'aristocrazia britannica per le vie della City, club esclusivi e delle magioni ereditate da illustri antenati, in un percorso di alberi genealogici dai nomi illustri e altisonanti, dai Plantageneti ai Windsor, senza trascurare i rami storti nati dalle relazioni extraconiugali che hanno sempre fatto da sfondo, donando colore – e un DNA un po' più variegato – alle storiche casate britanniche che ancora oggi suscitano un fascino indiscutibile nell'immaginario di noi commoner di tutto il mondo.
Tramite un excursus storico il giornalista racconta vizi e virtù, dissipazioni ed accumuli di fortune – più le prime, invero, delle seconde – delle famiglie più importanti dell'aristocrazia terriera tra follie, manie di onnipotenza che ai discendenti attuali ha portato l'eredità del semplice titolo – ma volete mettere il fascino di essere il conte tal dei tali imparentato in grado infinitesimale con Sua Maestà? – se non peggio: debiti. Così, la nuova aristocrazia deve fare i conti con la realtà e trasformarsi in "business-oriented" ovvero pensare agli affari trasformando le proprie vecchie magioni in B&B, esotici parchi naturali, alberghi, reinventandosi in un modo che avrebbe fatto storcere il naso a non pochi dei loro avi ma che risulta fondamentale per continuare a darsi un tono. D’altro canto c’è la borghesia che vuole colorare di vecchio il denaro nuovo, frequentando Eton – da cui vengono fuori gran parte dei Primi Ministri e loro seguito – e cercando di trovare parentele improbabili con stemmi araldici altrettanto improbabili con la vera aristocrazia – vedi i Middleton.
Non mancano riferimenti alla storia d'amore tra la Regina ed il consorte, il Principe Filippo sempre un passo dietro la moglie. Il Principe Carlo, eterno delfino, con il suo personale sprimacciatore di cuscini e la seconda moglie Camilla. Le controversie vicissitudini della Principessa Margaret ed i suoi scandali sessuali che infiammarono la sua epoca. La giovane Pippa che ha saputo cavalcare l'onda del matrimonio della sorella per salire alla ribalta grazie al suo derrière esposto in mondo visione nel bianco candido del suo abito da damigella: prima di allora nessuno sapeva chi fosse Pippa né che volto avesse, ma lei è riuscita a distogliere l’attenzione dal matrimonio del secolo.
Chi pensa che Kate, ora Duchessa di Cambridge, abbia realizzato il sogno di Cenerentola, da commoner a futura regina, si sbaglia: Kate è una commoner con un'eredità non poco indifferente - denaro nuovo, ma sempre denaro resta - che ha frequentato le scuole giuste ed i posti giusti per arrivare lì dove in tante aristocratiche ex fidanzate del Principe suo consorte, hanno ceduto il passo.
Tra cavalli e cagnolini, caccia alla volpe e corse di cavalli ad Alcot bizzarrie anacronistiche di nobiluomini e nobildonne, il modo in cui i Middleton hanno dato vita alla scalata sociale sino a divenire consuoceri di Elisabetta II, i fallimenti di Blair per cambiare cromosomi ad un'Inghilterra che non potrebbe essere diversa da com'è – che fascino avrebbe altrimenti senza la sua Regina e l'aristocrazia terriera, altrimenti, ci viene da chiedere? – Caprarica con aneddoti, storia, ironia e humour ci accompagna per tutta la narrazione offrendoci uno spaccato storico trasversale dell'Inghilterra che ancora oggi, non rinuncia alla monarchia e ne fa baluardo e simbolo d'orgoglio.