Interrogarsi sulla letteratura femminile in Italia vuol dire parlare del cosiddetto “archivio delle assenze”: confrontarsi con una tradizione di stampo maschilista che ha spesso taciuto i volti letterari femminili sino alla contemporaineità.
In realtà sul finire del 1800 la nostra penisola vede una proliferazione di donne scrittrici che si armano di coraggio in seguito alle spinte unificatrici del territorio nazionale e iniziano a cercare emancipazione sociale, lavorativa e personale.
Nonostante questo la critica del tempo – nell’esempio di Capuana – ha sempre visto tali scelte narrative come “velleità femminili”: bisogna attendere Roberto Croce per un minimo cambiamento di disposizione nei confronti delle scrittrici a cavallo tra vecchio e nuovo secolo.
La tesi di Paola Sciarretta analizza, sulla scia di un rinnovato interesse per i gender studies la spinta nuova offerta da Neera, scrittrice di fine Ottocento, alla letteratura italiana.