"Il parlare, e molto piú lo scrivere di sé stesso, nasce senza alcun dubbio dal molto amor di sé stesso. Io dunque non voglio a questa mia Vita far precedere né deboli scuse, né false o illusorie ragioni, le quali non mi verrebbero a ogni modo punto credute da altri; e della mia futura veracità in questo mio scritto assai mal saggio darebbero. Io perciò ingenuamente confesso, che allo stendere la mia propria vita inducevami, misto forse ad alcune altre ragioni, ma vie piú gagliardo d'ogni altra, l'amore di me medesimo: quel dono cioè, che la natura in maggiore o minor dose concede agli uomini tutti, ed in soverchia dose agli scrittori, principalissimamente poi ai poeti, od a quelli che tali si tengono. Ed è questo dono una preziosissima cosa; poiché da esso ogni alto operare dell'uomo proviene, allor quando all'amor di sé stesso congiunge una ragionata cognizione dei propri suoi mezzi, ed un illuminato trasporto pel vero ed bello, che non son se non uno".

(da Vittorio Alfieri, Vita scritta da esso, Firenze, Le Monnier, 1853)

Sulla scia del teatro francese settecentesco Vittorio Alfieri si colloca nel panorama della letteratura italiana come grande commediografo conforme però alle unità aristoteliche. In realtà la sua attività si nutre di un profondo senso di libertà insofferente a qualsivoglia forma di tirannia: questo lo spirito profondo presente nella sua intera opera, permeata di alti ideali.

Un panorama affascinante e variegato analizzato secondo vari aspetti (dal tema del viaggio al superamento della biografia al pensiero politico) nelle tesi pubblicate dagli autori di Tesionline.