Tonino Guerra è noto come sceneggiatore oltre che come poeta, un ruolo che implica una forte intesa con il regista, quasi – a volte – una scrittura a quattro mani. Proprio la collaborazione tra sceneggiatore e regista ha reso nel tempo rari gli esempi di indagine critica sulla sceneggiatura come esempio di scrittura d’autore, come elemento degno di un’indagine a sé stante e capace di incarnare le peculiarità filosofiche e il modo di interpetare la realtà di un soggetto.

Il saggio di Riika Pelo vuole sovvertire questo modus operandi tracciando una serie di parallelismi tra i film Il deserto rosso (1964) di Michelangelo Antonioni e Nostalghia (1983) di Andrei Tarkovsky intesi non tanto come tributi del secondo al maestro italiano ma come tratti caratteristici della personalità di Tonino Guerra sceneggiatore per entrambi.

“I observe how the craft of the screenwriter is understood in relation to the different aspects of his task, here especially in creating the theme and the idea, the narra-tive structure and the cinematic image for a screenplay. [...]also consider how responsibility in developing these aspects is shared between screenwriter and director during different phases of a screen-writing process: in gathering ideas, sketching, building the story struc-ture, writing drafts, rewriting and completing the final draft".

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