Gli esordi
L'origine della letteratura italiana tramite il collegamento alle sue matrici provenzali
Letteratura francese in lingua d’oïl
La letteratura francese delle origini è detta in lingua d’oïl dall’espressione affermativa latina hoc est illud da cui per successive contrazioni deriva l’attuale oui.
Tre sono i cicli in cui si articola tale produzione letteraria nata nei secoli XI e XII a nord della Francia: carolingio, bretone e opere di argomento realistico, favolistica e allegorico.
Ciclo carolingio
È composto dall’insieme delle leggende nate a nord della Francia narranti le vicende guerresche di Carlo Magno e dei suoi paladini contro i Saraceni. Alla base del ciclo vi erano le
Ciclo bretone
È composto da leggende scritte in prosa o versi ottonari (lais) aventi come tema re Artù e i cavalieri della tavola Rotonda (metà XII secolo).
La materia del ciclo bretone ha carattere avventuroso, fiabesco, amoroso con unica eccezione per il motivo religioso della leggenda del Graal, coppa dell’Ultima Cena in cui si narrava fosse stato raccolto il sangue di Cristo.
Letteratura provenzale in lingua d’oc
La letteratura provenzale nasce nel sec. XI all’interno delle corti feudali prevalentemente della Francia meridionale e del territorio della Provenza. Il nome lingua d’oc si deve all’espressione affermativa latina hoc est tipica di tali zone e va a distinguere questa produzione letteraria da quella in lingua italiana comunemente definita come lingua del sì dall’espressione latina sic est da cui per contrazione si deve il nostro sì.
Comunemente detta letteratura occitanica o trobadorica (dal nome dei trovatori, i poeti che hanno iniziato questa tradizione), tratta prevalentemente il tema amoroso inteso come sentimento di devozione e omaggio alla persona amata, molto vicino alla relazione di fedeltà umile e sottomessa che legava il vassallo al suo signore.
La figura oggetto di omaggio è la donna-dama, incarnazione di virtù e saggezza secondo modelli fissi e spesso stereotipati che vedono l’alternarsi di momenti di pena e di esaltazione, sospiri per fugaci apparizioni, ritrosia e ciarliere maldicenze.
Il poetare artificioso nasce per allietare la corte e raramente è il risultato di sentimenti reali. Partendo da temi ricorrenti stava alla scaltrezza del poeta animare con rime nuove, giochi di parole e stranezze espressive ogni singolo componimento. All’art di trobar, ovvero di comporre nel modo più gentile e raffinato, si deve il nome assegnato a tali poeti chiamati dunque trovatori.
[Nell'immagine: La morte di Orlando, miniatura estratta da «Le Miroir Historiai» di Vincent de Beauvais]
Chanson de Roland
Viene attribuita ad un certo Turoldo ed è la più celebre delle Chansons des gestes. Composta intorno alla metà del secolo XI ripercorre in chiave epica una vicenda storica: nel 778 sui Pirenei al passo di Roncisvalle rientrando da una spedizione in Spagna la retroguardia dell’esercito di Carlo Magno fu assalita e distrutta dai montanari baschi.
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