Il genere fantasy oggi così gettonato, che affascina per le avventure degli eroi a contatto con mostri del mare e della terra, alla ricerca di qualcosa di speciale per poter salvare il mondo, non può dimenticare una delle saghe più belle del genere in questione: La saga di Prydain del genio di Llyoid Alexander.
Tutto ciò che accade a Prydain, accade solo a Prydain. Non è una semplice avventura ma una storia che racchiude in sé insegnamenti importanti che fanno da monito a ogni generazione. Taran è un giovane guardiano di maiali che vive con il suo amico e tutore Caer Dallben. Il suo compito è badare ad un maialino molto speciale che ha poteri magici, la piccola Hen Wen, nonostante il suo sogno, come ogni ragazzino della sua età, sia diventare un eroe. Quando Hen Wen scompare, rapita dagli emissari del temibile Signore di Annuwin, padrone delle Tenebre, le cose per Taran cominciano a cambiare. Il libro si snoda sul doppio filone del ciclo bretone e carolingio, comincia con l’avventura alla ricerca di Hen Wen fuori dalla piccola contea di Caer Dallben, in cui una forza centrifuga spingerà il nostro protagonista ad affrontare mille peripezie, e continua con una forza unificante, quella dell’amore e dell’amicizia, che lo unirà alla bellissima principessa Eilonwy, il bardo Flewddur Flamm, il peloso Gurghi. Sì, perché Taran non affronta mostri alati, lupi affamati e l’esercito del Re dalle lunga corna da solo (e qui emerge il valore inestimabile del libro). Al suo fianco c’è sempre la spalla del compagno a dargli coraggio, è l’amicizia la sua vera forza e quello che fa di Taran l’eroe della storia, colui che riesce ad ammettere via via i propri limiti e a saper contare sui compagni di viaggio, ognuno con una particolarità che oltre a strappare lacrime strapperà sorrisi.
La saga di Prydain è anche un fantasy dalla profonda morale: «È facile giudicare il male considerato isolatamente – dice il cavaliere Gwydion a Taran – ma, ahimè, nella maggior parte di noi il bene e il male sono strettamente intrecciati fra loro come i fili di una tela, ed è necessaria una saggezza superiore alla mia per poter emettere un giudizio». Dunque l’uomo è tanto piccolo quanto impotente per poter arrogarsi il diritto di giudicare un altro uomo, nonostante abbia il dono della sapienza. Nessuno potrà stabilire se Morgant, che ha servito a lungo e fedelmente il regno ma si è poi lasciato sopraffare dalla sete di potere, o Ellidyr che dopo aver esaudito qualsiasi suo vizio ha deciso di sacrificarsi per il regno rinunciando alla sua stessa vita, meriteranno onori e gloria da morti. Entrambi dovranno avere la giusta sepoltura.
Imprevisti, amicizia e sapienza (il passaggio dall’infanzia alla maturità di Taran), sono i contenuti di questa saga, costituita da cinque volumi iniziati nel 1964: Il libro dei tre, Il calderone nero, Il castello di Llyr, Taran il girovago, La fondazione e altre storie di Prydain, quest’ultima non ancora tradotta in italiano e scritta dall’autore nel 2007, anno della sua morte.

Non si comprende come mai la Nord non consenta più la ristampa di questo ciclo, né perché nessun’altra casa editrice investa in un fantasy di questo calibro, con tutti i connotati tipici del genere e l’immaginario moderno presente anche nel Signore degli anelli di Tolkien. La spiccata sensibilità di Lloyd Alexander e la semplicità della scrittura, la capacità di descrivere con peculiarità ambientazioni e situazioni, sono lo sfondo di questa saga avvincente e divertente, dove l’ironia non viene messa mai in secondo piano e accompagna nelle varie peripezie il gruppo di protagonisti. Alexander rivisita il mito gallese e celtico: «Ho amato tutte le mitologie del mondo – ha scritto l’autore –: Re Artù è stato uno dei miei eroi». Eppure Taran e la sua comitiva non si ritrovano negli antichi testi di mitologia nordica, sono frutti unici della creatività del nostro autore, troppo sottovalutato ma sempre attuale.
Ha pubblicato più di quaranta libri, soprattutto romanzi fantasy per bambini e adolescenti oltre a numerosi volumi per adulti. Un po’ per passione, un po’ per ribellarsi ai suoi genitori che non leggevano libri e e li utilizzavano solo per riempire scaffali vuoti. Lloyd Alexander ha regalato ai lettori uno strumento educativo ed evasivo, una saga da tramandare di generazione in generazione per sognare a qualsiasi età senza dimenticare i valori unici del vivere, sempre col sorriso stampato sul viso. Un libro che merita di essere stampato e letto ancora oggi.